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Consorzio "Ariento"
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Tradizione dell'Argenteria
Fiorentina
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[ Pagina 2 di 4 ] Un
lungo apprendistato, che durava sei anni, garantiva la
preparazione dei discepoli e le botteghe dovevano essere
aperte in luoghi bene in vista, perchè tutti
potessero vedere e controllare facilmente cosa accadeva
al loro interno. Col tempo, ai primi del Quattrocento, fu
anche stabilito che le botteghe degli orafi fossero
concentrate nella parte più antica e centrale
della città. Alcune strade, con i loro nomi, come
il vicolo dell'Oro, la via dell'Ariento e la via del
Gomitolo dell'Oro, ricordano ancora gli antichi
insediamenti. Furono orafi iscritti all'Arte oppure
lavorarono, formandovisi in gioventù, in botteghe
di orafi, oltre ai sommi Antonio di Salvi e Paolo di
Giovanni Sogliani, dei quali ci rimangono opere superbe
conservate nei musei del Bargello e dell'opera del Duomo,
anche artisti famosissimi del Quattrocento che
contribuirono a fare di Firenze la capitale
dell'Umanesimo e, quindi, la capitale culturale
dell'Occidente in quel tempo straordinario. Primo fra
tutti va ricordato Filippo Brunelleschi e poi, solo per
citarne alcuni, Lorenzo Ghiberti, Antonio del Pollaiolo,
Paolo Uccello e Michelozzo i quali furono anche
architetti o scultori o pittori, secondo quella
concezione unitaria delle arti che, tipica dell'epoca
gotica, fu esaltata a Firenze nel secolo della Rinascita.
Ed all'argento e all'oro fu assegnato il compito di
rappresentare il prestigio della città,
com'è ancora dimostrato dalle loro espressioni
più alte: le porte d'oro del Battistero ed il suo
straordinario tesoro costituito dall'altare d'argento,
compiuto nell'arco di quasi un secolo a partire dal 1366,
con il corredo dei candelieri e della croce del
Pollaiolo, e dagli innumerevoli preziosissimi reliquari
che resero quel luogo il più eccellente
dell'identificazione collettiva nell'esaltazione del
senso di appartenenza di ogni cittadino fiorentino, per
la comune difesa ed il mantenimento delle certezze in un
sistema di valori superiori che garantiva la classe
dirigente e una relativa pace sociale.
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